“La vecchiaia non esiste” si intitola così un recente libro di Marc Augé, una dichiarazione certo provocatoria ma che mira a rompere il muro di preconcetti e tabù che la nostra società, apparentemente moderna, sta accumulando sul processo naturale di invecchiamento umano. La nostra cultura “giovanilistica” e “produttivista” tende a considerare infatti l’età anziana (65-99) come una soglia oltre la quale si assiste al crollo drastico di tutte le funzioni psico/fisiche. Non è così. L’invecchiamento è un processo di graduale e fisiologica perdita di efficienza del Sistema Umano sul piano psico/fisico che inizia fin dall’età adulta (36-64 anni) e che se condotto con uno Stile di Vita corretto, con una giusto dose di movimento, alimentazione bilanciata, riposo, stimoli cognitivi, equilibrio emotivo, permette di vivere tutte le età in piena efficienza, nel rispetto della riduzione generale, graduale e inesorabile di energie e funzioni.
Per questo motivo è centrale l’efficienza del Sistema di Movimento: la perdita di mobilità e autonomia spinge il soggetto, in una spirale che porta rapidamente al declino di tutte le funzioni psico/fisiche. Questo è ancora più importante dopo i 65 anni.
È fondamentale stimolare il movimento quotidiano, un certo equilibrio tono/elasticità muscolare, posture e schemi di movimento corretti.
In caso di malattie che provocano allettamento prolungato (sindrome da allettamento) è fondamentale stimolare un rapido ed efficiente recupero dell’autonomia.
Contrariamente a quello che comunemente si pensa la risposta nell’età avanzata al programma riabilitativo è spesso superiore alle previsioni e investe spesso molti sistemi altre quello locomotore (circolatorio, digerente, cognitivo). Inoltre la Compliance (ovvero la partecipazione attiva del soggetto al programma riabilitativo) è spesso superiore nell’anziano che nel giovane, questo permette spesso alle “tartarughe” di far delle belle sorprese alle “lepri” come l’antico Esopo raccontava nelle sue fiabe!